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sabato 28 luglio 2018

Sgombero Camping River: Associazione 21 luglio, “pagina buia per i diritti umani in Italia”

SIR
“L’azione di oggi segna un’altra pagina buia dei diritti umani in Italia una gravissima violazione dei diritti, un gesto scellerato che oltretutto offende in maniera sprezzante l’autorità e le funzioni della Corte europea”


ha commentato così Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio, le operazioni di sgombero forzato del Camping River messe in atto dal Comune di Roma nonostante la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di sospendere lo sgombero dell’insediamento rom Camping River fino a domani, sospensione che aveva l’obiettivo di monitorare la situazione del “campo” e garantire che non venissero violati i diritti umani fondamentali delle circa 300 persone rom che risiedono nell’insediamento dal 2005. 

Rappresentanti di Associazione 21 luglio seguono da questa mattina le operazioni e si sono recati sul posto in quanto Osservatori dei diritti umani, ma non è stato consentito loro (né alla stampa) di entrare. Secondo l’associazione “alle famiglie residenti non è stata notificata alcuna proposta scritta di soluzione abitativa alternativa e solo a una ristretta minoranza è stato offerto un alloggio alternativo. Per quanti lo hanno accettato ciò ha comportato la divisione del nucleo famigliare. Un centinaio di persone rimaste escluse si trovano attualmente in prossimità del campo”.

“Un centinaio di uomini, donne e bambini, già in condizioni di estrema fragilità – denuncia Stasolla – saranno esposte a un’ancora maggiore vulnerabilità. Da oggi vivere in Italia, e nella città di Roma, non significa vedersi garantiti i diritti umani fondamentali”. Associazione 21 luglio sta valutando le azioni più opportune per rispondere allo sgombero forzato organizzato in data odierna in deroga alla decisione assunta nei giorni scorsi dalla Corte europea.

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