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mercoledì 11 luglio 2018

Dopo 8 anni di carcere la Cina libera Liu Xia, la vedova del Nobel Liu Xiaobo

Lettera 43
Dopo otto anni passati tra arresti domiciliari e sorveglianza delle autorità la donna ha lasciato Pechino per arrivare a Berlino. La svolta dopo le richieste del governo tedesco.

Nell'autunno del 2010, Liu Xia raggiunse una prigione del nordest della Cinaper comunicare al marito Liu Xiaobo, attivista e dissidente, che gli era stato assegnato il premio Nobel per la Pace. Fu l'ultimo viaggio da donna libera prima del buio di otto anni, tra arresti domiciliari e sorveglianza delle autorità senza formali contestazioni.

Poetessa e artista, è stata liberata e le è stato permesso di partire il 10 luglio per raggiungere la Germania dopo lo scalo a Helsinki, fino all'arrivo all'aeroporto di Berlino a chiusura di un viaggio, questa volta, ben più lungo delle 12 ore reali. «Ha lasciato il Paese per cure mediche, di sua volontà», ha spiegato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying in conferenza stampa, aggiungendo di non avere altre informazioni.

giovedì 20 luglio 2017

Liu Xiaobo: dopo la morte del Premio Nobel, la moglie scompare

Globalist
Dopo la morte, il mistero. Ma non è un appassionante romanzo giallo, bensì ciò che sta accadendo in Cina. E' passata una settimana dalla dipartita del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo e ora la sua vedova sembra scomparsa nel nulla. Le autorità cinesi affermano che Liu Xia è una "una donna libera", ma alcuni giornalisti hanno provato ad avvicinarsi alla sua casa di Pechino e pare siano stati cacciati via da agenti in borghese.

Dopo il funerale del dissidente sabato scorso nessuno degli amici ha più visto la 56enne Liu Xia, né è riuscito a mettersi in contatto con lei. "E' in totale isolamento, sembra sparita dalla faccia della terra - denuncia Jared Genser, un avvocato americano che si è impegnato a lungo per la liberazione di Liu Xiaobo.


"Suo marito è morto - continua Genser- non siamo al corrente di nessun suo contatto con qualcuno. I suoi genitori sono morti. Anche suo fratello è scomparso. Lei è l'unica persona che possa riferire cosa le ha detto Liu Xiaobo".

Liu Xia era stata posta agli arresti domiciliari nel 2010 quando suo marito, già in carcere da un anno per "incitamento alla sovversione", aveva ricevuto il premio Nobel. Durante i lunghi anni di isolamento, senza telefono o internet, Liu Xia ha sofferto di depressione e ha avuto un attacco di cuore. La donna ha potuto visitare il marito in carcere e gli è stata accanto quando lui è stato trasferito nell'ospedale dove è morto, per un tumore al fegato.




Liu Xiaobo sapeva di essere prossimo alla fine, ma aveva chiesto invano di poter essere curato all'estero perché sperava che così la moglie lo avrebbe potuto accompagnare ed essere finalmente libera. Secondo alcune voci, Liu Xia è stata ora condotta nella provincia sud occidentale dello Yunnan.

giovedì 13 luglio 2017

E' morto Liu Xiaobo, Nobel per la pace e faro della dissidenza cinese

Askanews
Il dissidente cinese Liu Xiaobo è morto, aveva 61 anni. Ancora in mattinata la Cina aveva continuato a resistere alle pressioni della comunità internazionale per consentire a Xiaobo, premio Nobel per la Pace malato terminale di cancro, di essere curato all’estero. 


Stati Uniti e Germania avevano espresso preoccupazione per le sorti del 61enne scrittore, che era in custodia piantonato in ospedale nel nordest della Cina.

Il portavoce del ministero cinese, Geng Shuang, aveva ribadito la linea classica del governo: “Speriamo che i Paesi interessati possano rispettare la sovranità giudiziaria della Cina e astenersi dall’interferire nelle questioni interne della Cina sotto il pretesto di un caso individuale”.

Nato il 28 dicembre 1955, Liu Xiaobo era un critico letterario e uno scrittore, attivista per la democrazia e per i diritti umani.

Tra il 2003 e il 2007 è stato presidente dell’Independent Chinese Pen Center e dal 1990 presidente della rivista Minzhu Zhongguo (Cina Democratica). Il suo attivismo per la democrazia nasce con le proteste a Piazza Tiananmen del 1989. Da allora è stato imprigionato per motivi politici in quattro occasioni: 1989-1990, 1995-1996, 1996-1999 e nel 2009.

Dopo aver firmato, con altri dissidenti, il documento intitolato Carta 08 (ispirato a Carta 77 della ex Cecoslovacchia), in cui venivano chieste maggiori libertà e il rispetto dei diritti umani, Liu viene arrestato nel giugno del 2009 con l’accusa di “fomentare la sovversione”. 

Nel dicembre dello stesso anno viene condannato a 11 anni di carcere e imprigionato a Jinzhou, nella provincia Liaoning.

Nel 2010 viene insignito del premio Nobel per la Pace per “la sua lunga lotta non violenta per i diritti umani fondamentali in Cina”, diventando il primo cinese a ricevere il premio vivendo in Cina.

Liu Xiaobo è stata la terza persona a ricevere il Nobel durante la prigionia, dopo Carl von Ossietzky, in Germania, nel 1935, e Aung San Suu Kyi, nel Myanmar, nel 1991, e la seconda persona, dopo Ossietzky, a cui è stato negato il diritto di mandare un proprio rappresentante a ricevere il premio. 

Liu Xiaobo sarebbe è il primo premio Nobel per la pace a morire privato della libertà dopo il giornalista tedesco von Ossietzky, morto nel 1938 in ospedale mentre era ancora sotto custodia dei nazisti.

giovedì 6 luglio 2017

Cina - Il Nobel, dissidente Liu Xiaobo si aggrava: “Gli restano pochi giorni di vita”

La StampaL’attivista democratico era stato condannato a 11 anni di carcere nel 2009 con l’accusa di «incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato»


Pechino: Sono ulteriormente peggiorate le condizioni di salute di Liu Xiaobo - intellettuale, attivista democratico e premio Nobel per la Pace - cui alla fine di maggio è stato diagnosticato un cancro al fegato allo stato terminale. 

Stando a quanto si legge in una nota dell’ospedale dove il dissidente cinese è ricoverato, l’ulteriore peggioramento fisico del premio Nobel sarebbe dovuto a un accumulo di liquidi nell’addome. «Gli mancano pochi giorni di vita», sostiene un amico di Liu che è in stretto contatto con la famiglia. 

Liu Xiaobo era stato condannato a 11 anni di carcere nel 2009 con l’accusa di «incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato» per esser stato tra i promotori di Charter ’08: un manifesto politico sottoscritto da centinaia di accademici e attivisti cinesi che chiedeva la fine del monopolio del potere del Partito comunista, democrazia e separazione dei poteri in Cina. 

Dopo otto anni passati dietro le sbarre, il mese scorso le autorità cinesi hanno permesso a Liu Xiaobo di potersi curare all’esterno del carcere. La condizione legale dello scrittore-dissidente rimane però quella di «persona privata della libertà»: la sua stanza d’ospedale è controllata dalla polizia cinese e non può ricevere visite, a eccezione dei familiari più stretti.
In queste ore circola on-line una foto che ritrae l’attivista democratico - fortemente provato dalla malattia - che abbraccia la moglie nei corridoi dell’ospedale del nord-est della Cina. Fin dal momento in cui diagnosi per Liu Xiaobo è diventata pubblica, Pechino ha fatto di tutto per mostrare al mondo che il premio Nobel stava venendo curato e trattato bene: nei giorni scorsi è stato diffuso un video che mostra Liu Xiaobo mentre viene sottoposto a una serie di esami medici. Ieri le autorità cinesi hanno anche annunciato di aver invitato un team medico internazionale, composto da esperti provenienti anche da Stati Uniti e Germania, per dare assistenza medica all’attivista.

In queste settimane, alcuni governi occidentali e NGO per i diritti umani hanno chiesto a Pechino che il premio Nobel potesse essere libero di scegliere se andare all’estero per curarsi. «Liu è un cittadino cinese. Perché dovremmo discuterne con altri paesi?» aveva risposto Pechino, rispolverando la consueta retorica sulla «non ingerenza negli affari interni della Cina». 

Alla vigilia del G20 di Amburgo, però, la tragedia personale di Liu Xiaobo rischia di essere un duro colpo per la leadership di Xi Jinping. Gli analisti ritengono che nel corso del vertice il presidente cinese proverà a presentare la Repubblica Popolare come un attore internazionale affidabile.

Francesco Radicioni