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giovedì 17 maggio 2018

Italia - Istat: 5 milioni di persone in povertà assoluta, il dato è in aumento.

Ansa
Oltre 1 milione di famiglie senza lavoro, raddoppio in 10 anni.
Aumentano gli italiani in povertà assoluta. Secondo i dati forniti dal presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, nell'audizione sul Def, nel 2017 il fenomeno riguarderebbe circa 5 milioni di individui, l'8,3% della popolazione residente, in aumento rispetto al 7,9% del 2016 e al 3,9% del 2008.
 



Le famiglie in povertà assoluta, secondo stime preliminari, sarebbero 1,8 milioni, con un'incidenza del 6,9%, in crescita di sei decimi rispetto al 6,3% del 2016 (era il 4% nel 2008).

Sempre nel 2017 in 1,1 milioni di famiglie italiane "tutti i componenti appartenenti alle forze di lavoro erano in cerca di occupazione", pari a 4 famiglie su 100, in cui non si percepiva dunque alcun reddito da lavoro, contro circa la metà (535mila) nel 2008, ha inoltre sottolineato il presidente dell'Istat. "Di queste, - ha proseguito - più della metà (il 56,1%) è residente nel Mezzogiorno. 

Nel complesso si stima un leggero miglioramento rispetto al 2016 (15mila in meno), ma la situazione al Sud è in peggioramento (13mila in più)".

lunedì 6 marzo 2017

Istat, 2016: crollano le nascite in Italia. Il calo compensato dagli immigrati

Huffington Post
Nuovo minimo storico delle nascite in Italia, che nel 2016 hanno toccato quota 474mila, in calo rispetto alle 486mila dell'anno precedente. A certificarlo è l'Istat che mette in evidenza un altro trend ben radicato nel Paese: gli italiani continuano a invecchiare.



Le nascite ancora giù (-2,4% in un anno)
Nel 2016 le nascite sono stimate in 474mila unità, circa 12mila in meno rispetto all'anno precedente. La riduzione osservata, che a livello nazionale è pari al 2,4%, interessa tutto il territorio, con l'eccezione della Provincia di Bolzano che registra invece un incremento del 3,2%.Il numero medio di figli per donna, in calo per il sesto anno consecutivo, si assesta a 1,34. I tassi di fecondità si riducono in tutte le classi di età della madre sotto i 30 anni mentre aumentano in quelle superiori. La riduzione più accentuata si riscontra nella classe di età 25-29 anni (-6 per mille), l'incremento più rilevante è, invece, nella classe 35-39 (+2 per mille). Nel complesso, a fronte di un'età media al parto che raggiunge i 31,7 anni, la fecondità cumulata da parte di donne di 32 anni compiuti e più è ormai prossima a raggiungere quella delle donne fino a 31 anni di età (0,67 figli contro 0,68 nel 2016).

Il calo compensato dagli immigrati
ll saldo naturale, costituito sottraendo i decessi dal bilancio delle nascite, registra nel 2016 un valore negativo per 134mila persone. È il secondo maggior calo di sempre, superiore soltanto a quello del 2015 (-162mila), ma il valore non incide sul numero di residenti perché equivale al saldo opposto, positivo, nei flussi migratori con l'estero: +135mila persone.

Gli italiani sono 60,5 milioni
Al primo gennaio 2017 si stima che la popolazione ammonti a 60 milioni 579mila residenti, 86mila unità in meno sull'anno precedente (-1,4 per mille). I decessi sono 608mila, dopo il picco del 2015 con 648mila casi, un livello elevato, in linea con la tendenza all'aumento dovuta all'invecchiamento della popolazione. Secondo le stime relative al 2016, il calo della popolazione non si presenta in tutte le Regioni. Le due Regioni più popolose del Paese, Lazio e Lombardia, registrano un incremento del +1,3 e del +1,1 per mille rispettivamente. L'incremento relativo più consistente è quello ottenuto nella provincia autonoma di Bolzano (+6,6 per mille) mentre nella vicina Trento si arriva appena al +0,3 per mille. Sopra la media nazionale (-1,4 per mille) si collocano anche l'Emilia-Romagna (+0,2 per mille) e la Toscana, quest'ultima tuttavia con un segno negativo del -0,5 per mille.
Nelle restanti Regioni, dove la riduzione di popolazione è più intensa, si è in presenza di un quadro progressivamente caratterizzato dalla decrescita che va dal Veneto (-1,9) alla Basilicata (-5,7).

mercoledì 23 dicembre 2015

Rapporto ISTAT: Smentendo la propaganda gli immigrati che si stabiliscono in Italia sono in calo del 47,3% dal 2007

Il Post
L’ISTAT ha diffuso un mese fa una serie di dati sull’immigrazione in Italia relativi al 2014, che mostrano come il numero di stranieri arrivati e rimasti sia in calo costante dal 2007, cioè da prima dell’inizio della crisi economica (anche se la crescita del PIL in Italia era già allora stagnante o quasi da molto tempo).


Nel 2014 le immigrazioni sono scese del 9,7 per cento rispetto al 2013 e addirittura del 47,3 per cento rispetto al 2007, l’anno dell’allargamento dell’UE a Romania e Bulgaria. Si parla in totale, per il 2014, di 278 mila iscrizioni in anagrafe di persone che arrivano dall’estero, di cui l’89,5 per cento riguarda cittadini stranieri. Le stime sul numero complessivo di immigrati irregolari che vivono in Italia invece variano molto, per l’inevitabile difficoltà nel valutare con una buona approssimazione il fenomeno. Uno dei calcoli più attendibili sulle persone che dimorano illegalmente in Italia ha stimato la presenza in tutto di circa 300 mila immigrati non regolari.

L’Espresso ha scritto del calo degli immigrati stranieri che arrivano in Italia, fornendo anche una serie di grafici. L’Italia si è sempre considerata particolarmente coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione, soprattutto per via della sua presenza al centro del Mediterraneo, ma i dati dicono che si tratta di un punto di vista fuorviante: l’Italia – come la Grecia – è molto coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione via mare, che rappresenta però una minima parte dei viaggi di stranieri verso l’Italia stessa e l’Unione Europea. Inoltre la stessa immigrazione via terra, rispetto al resto d’Europa, lambisce appena l’Italia: come hanno dimostrato poi i fatti di quest’estate, la gran parte dei migranti che arriva in Italia non vuole restarci, bensì spostarsi verso paesi che possono offrire loro condizioni di vita e opportunità migliori.

Ci siamo sentiti raccontare che sciamavano come cavallette, ci invadevano – che dovevamo aver paura. Il racconto delle migrazioni è stato ed è questo, in Italia. Ma al di là dei proclami c’è qualche numero di cui tenere conto. Per scoprire che la storia non va esattamente così.

E in effetti proprio pochi giorni fa Istat ha pubblicato nuovi dati, dai quali risulta che il 2014 è stato l’anno con il minor numero di immigrati sin dal 2007. Ad arrivare nel nostro Paese, allora, erano stati circa mezzo milione, mentre oggi sono grosso modo la metà. Il flusso di persone che arrivano in Italia ha cominciato a ridursi proprio in concomitanza con l’inizio della crisi economica, e da allora non è mai tornato ai livelli precedenti – al contrario. Con l’eccezione di un piccolo rimbalzo nel 2010, è dal 2007 che decidere di stabilirsi nel nostro paese diventa sempre più raro, anno dopo anno.