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mercoledì 19 settembre 2018

Grecia - Migranti, nel sovraffollato campo di Lesbo i bambini tentano ogni giorno il suicidio

EUnews
Medici Senza Frontiere denuncia la situazione d’emergenza in corso sull’isola greca. “L’Unione Europea si assuma la responsabilità dei propri fallimenti e attui soluzioni per mettere fine a questa situazione”


Bruxelles – Nel campo di Moria, sull’isola greca di Lesbo, è in corso un’emergenza senza precedenti. È l’organizzazione internazionale Medici Senza Frontiere (Msf) a richiamare l’attenzione sulla situazione: ogni settimana, l’équipe medica assiste adolescenti che hanno tentato di togliersi la vita o che hanno compiuto atti di autolesionismo.

La politica di contenimento dei richiedenti asilo ha bloccato, fino a data indefinita, oltre 9.000 persone sull’isola, di cui un terzo costituito da minori. Peccato che il campo è pensato per accoglierne poco più di 3.000.

“Posso dire di non aver mai assistito un numero così grande di persone bisognose di assistenza psicologica come a Lesbo. La stragrande maggioranza dei pazienti presenta sintomi di psicosi, ha pensieri suicidi o ha già tentato di togliersi la vita”, ha affermato Alessandro Barberio, psichiatra di Msf a Lesbo. Le terapie di gruppo pensate per i bambini in età compresa tra i 6 e i 18 anni, da febbraio a giugno di quest’anno, evidenziano come quasi un quarto dei bambini (18 su 74) “abbia manifestato episodi di autolesionismo o tentativi di suicidio; dei restanti tre quarti, alcuni soffrono di mutismo selettivo, attacchi di panico, ansia, scatti d’ira e incubi costanti”.

Msf chiede un’evacuazione d’emergenza per tutte le persone vulnerabili, in particolare i bambini, verso una sistemazione sicura sulla terraferma, in Grecia o all’interno dell’Unione europea. “Questi bambini arrivano da Paesi in guerra, dove hanno vissuto violenze e traumi estremi. Invece di ricevere cure e protezione in Europa, vivono nella paura, nell’angoscia e sono vittime di episodi di violenza, compresa quella sessuale” evidenzia il dottor Declan Barry, coordinatore medico di Medici Senza Frontiere in Grecia. “Oltre ad essere pericoloso, l’ambiente in cui vivono è caratterizzato da scarse condizioni igieniche, motivo per cui vediamo molti casi di diarrea e infezioni cutanee ricorrenti nei bambini di tutte le età. Con questo livello di sovraffollamento, il rischio di epidemie è molto alto”.

Nel frattempo, solo nel mese di settembre, sono arrivate a Lesbo altre 1.500 persone che, a causa dell’assenza di spazio, dormono senza riparo e senza cibo, oltre ad avere un accesso limitato alle cure mediche. Le condizioni fisiche e psicologiche che necessitano di assistenza, conseguentemente, non possono che degenerare.

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Le condizioni di vita spaventose in cui si trovano le persone a Lesbo, spiega Barberio, “fanno assomigliare l’isola a un vecchio manicomio come non ne esistono più in gran parte dell’Europa, dalla metà del XX secolo”. La situazione è di massima urgenza: è essenziale l’evacuazione urgente delle persone vulnerabili.

Caterina Ristori

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