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domenica 27 maggio 2018

Guantánamo? È un ospizio, i detenuti ormai sono vecchi e hanno bisogno di cure

Il Giornale
Anche i terroristi più pericolosi al mondo invecchiano dietro le sbarre del carcere di Guantánamo. E come tutti gli anziani hanno bisogno di pedane per le sedie a rotelle, corrimano per andare al bagno, letti più comodi e cure mediche. 


Gli acciacchi dell'età degli ultimi 40 super terroristi detenuti a Guantanámo sono una seria preoccupazione per la Casa Bianca sempre nel mirino delle organizzazioni internazionali in difesa dei diritti umani. Poverini verrebbe da dire se non fossero jihadisti incalliti che hanno seminato morte e distruzione con l'11 settembre ed in mezzo mondo. Guantánamo "sta vivendo problemi strutturali e guasti al sistema che, se non controllati, potrebbero rappresentare un rischio per le guardie ed i detenuti" ha scritto la Casa Bianca in una lettera inviata al Congresso. La prigione "non soddisfa i bisogni di una popolazione che invecchia" ha ammesso l'amministrazione del presidente Donald Trump, che non vuole chiudere il super carcere. Problemi cardiocircolatori ed a i reni, calo di vista, diabete, artrite, malattie degenerative sono le emergenze dei detenuti del terrore sempre più anziani.

L'età media dei "nemici combattenti" dietro le sbarre è di 46,5 anni. Neppure tanto alta, ma dopo un lungo periodo di detenzione anche il terrorista duro e puro forgiato nei campi di addestramento di Al Qaida invecchia malamente. Il più anziano è il pachistano Saifullah Paracha, 71 anni, da 14 a Guantánamo dopo la sua cattura in Tailandia. Finanziatore di Al Qaida ha tentato in tutti i modi di procurarsi armi chimiche e biologiche per Osama bin Laden. Poi è riuscito a spedire un container pieno di esplosivo negli Stati Uniti per fortuna intercettato in tempo. Non ha nessun capo di accusa specifico sulla testa, ma viene considerato "troppo pericoloso per venire rilasciato". Paracha è ovviamente il campione dei detenuti che marcano visita per diabete, pressione alta, psoriasi e artrite. Il Pentagono ha dovuto aviotrasportare nel centro di detenzione un complesso macchinario per esami particolari, che sarebbe costato 370mila dollari e all'inizio neppure funzionava.

Il detenuto più famoso rimane Khalid Sheikh Mohammed, la mente dell'11 settembre catturato in Pakistan nel 2002. I suoi leggendari baffoni neri si sono trasformati in un barbone grigiastro. A 53 anni sono finiti i tempi in cui resistiva ai duri interrogatori che simulano l'annegamento. Sembra che adesso abbia bisogno di una sedie a rotelle.

E per questo il Pentagono ha fatto costruire delle regolari rampe per disabili dentro il centro di detenzione, che dovrebbe essere il più rigido al mondo. Lo yemenita Ramzi Binalshibh indicato come il ventesimo attentatore dell'11 settembre, rientra nell'età media di 46 anni. Ad Amburgo con il capo di dirottatori suicidi, Mohammed Atta, aiutò il commando a realizzare il complotto per tirare giù le Torri gemelle. Unico sopravissuto è stata catturato in Pakistan nel 2002 e pure lui comincia ad avere qualche acciacco.

La Croce rossa visita Guantánamo quattro volte all'anno per controllare che i detenuti jihadisti vengano trattati secondo i criteri internazionali. Amnesty international sta cavalcando il problema dell'invecchiamento "e delle cure mediche necessarie" per i terroristi con gli acciacchi. Gli Stati Uniti già spendono 450 milioni di dollari l'anno per Guantánamo. E dovranno tirare fuori sempre più soldi per i 26 jihadisti, che non verranno mai rilasciati condannati alla vecchiaia dietro le sbarre.

Fausto Biloslavo

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