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venerdì 23 marzo 2018

Yemen guerra dimenticata ma non dai fornitori di armi. Amnesty, dopo 3 anni di guerra continua sofferenza dei civili

AnsaMed
Sotto accusa tutte le parti e fornitori di armi, tra cui Italia.
"Dopo tre anni, il conflitto civile in Yemen non accenna a placarsi, e tutte le parti continuano ad infliggere orribili sofferenze alla popolazione civile". E' quanto afferma oggi Amnesty International, accusando tra l'altro "gli Usa, il Regno Unito e altri Stati, tra cui Francia, Spagna e Italia", di continuare a trasferire "armi per miliardi di dollari alla Coalizione araba a guida saudita" che compie bombardamenti nel Paese, colpendo anche civili.


"Questo significa farsi beffe del Trattato internazionale sulle armi", ha affermato Lynn Maalouf, direttore delle ricerche per il Medio Oriente dell'organizzazione.

Dall'inizio del conflitto, il 25 marzo del 2015, Amnesty afferma di avere accertato 36 raid aerei della Coalizione che sembrano aver violato la legge umanitaria internazionale, portando alla morte di 513 civili, compresi 137 minori.
Amnesty afferma che anche i ribelli sciiti Huthi bombardano indiscriminatamente aree residenziali, come avvenuto tra gennaio e febbraio nella città di Taiz. Inoltre, nella capitale Sanaa e in altre regioni sotto il loro controllo, gli Huthi e il loro alleati compiono ondate di "arresti arbitrari" e "decine di uomini e donne sono stati vittime di sparizioni forzate". 

Secondo l'Onu, sono quasi 6.000 i civili uccisi nei tre anni di guerra e oltre 9.000 i feriti. La guerra ha inoltre causato una delle più grandi tragedie umanitarie. Si calcola che oltre 22 milioni di persone abbiano bisogno di assistenza e vi è più di un milione di sospetti casi di colera. Al Qaida e l'Isis hanno rafforzato la loro presenza in Yemen approfittando della guerra civile.

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