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domenica 11 marzo 2018

Lettura della domenica - Nuovi segni di "civiltà": fermare i migranti - di Furio Colombo

Il Fatto Quotidiano
C'è una domanda urgente che non è mai stata fatta e dunque non ha una risposta: che cosa ha portato a un cambiamento così radicale della vita italiana, della nostra attesa di questi giorni e, prima ancora, della finta sorpresa per un risultato elettorale così fortemente nazionalistico?

Ci terrorizza l'immigrazione, ovvero la continuazione di ciò che è avvenuto in tutti i secoli e ha formato, in tanti modi diversi, ciò che chiamiamo "la civiltà"? L'Europa, in particolare, è formata da un continuo, secolare rimescolamento di popoli, e da una loro continua fuga verso altri luoghi, o per necessità o per desiderio, immensi passaggi, immensi arrivi e un alternarsi continuo di radici profonde e di sradicamenti.

Tutto ciò che conosciamo nella storia racconta di cambiamenti epocali, dal popolo ebraico che abbandona l'Egitto all'impero romano che invade e viene invaso a tutti i livelli della vita sociale. Dall'invasione araba della Spagna, che dura secoli, al calare verso il sud italiano di imperatori, governi e truppe del nord germanico, che danno a certe regioni italiane i loro periodi più belli.

Alla Repubblica di Venezia, cattolica, ebrea, bianca, orientale, nera, che apre tutte le porte a chi arriva, e va ad aprire le porte di mondi lontani, come la via della seta. Conflitti? Continui, ma con un cambio continuo di etnie e di ragioni. E le ragioni sono quasi sempre, sinceramente mercantili. Il fenomeno di cui siamo testimoni oggi invece è una spinta violenta, claustrofobica, irrazionale per tener chiusa a tutti i costi la nostra porta, perché resti sempre chiusa, benché nulla di drammatico sia accaduto dalla nostra parte, dopo l'arrivo degli immigrati: niente impennata dei crimini, niente moltiplicazione della violenza, quasi solo aggressioni subìte dagli immigrati.

Tutti i grandi crimini del nostro Paese, dalla mafia al femminicidio, restano e sono esclusivamente italiani. L'invasione di altri popoli pronti ad occupare lo spazio e il ruolo dei bianchi, l'invasione (parola deliberatamente falsa) di tante discese in campo politiche, e predicata dalla paura, non è mai accaduta. La presenza straniera in Italia, benché l'Italia soffra non di questi arrivi ma della l'ottusa volontà dei Paesi confinanti di tenere chiuse le loro frontiere in modo da impedire libertà di movimento agli immigrati (la maggioranza) che non cerca l'Italia per rifarsi una vita, è intorno all'8 per cento, meno degli italiani che si sono spostati a Londra.

E benché in tanti ti fanno sapere che, a lasciarli liberi, vogliono andare altrove, essi, tutti, sono il nemico, e sarebbe meglio se li fermassero in Libia o se affondassero in mare. Sarebbe meglio senza Ong che li salvano in mare. Il fatto appare ad alcuni italiani così oltraggioso che si sono aperte inchieste giudiziarie. È vero, non è una battuta d'effetto.

Ci sono inchieste giudiziarie in corso per accertare chi ha salvato e perché. Ma soprattutto sono avvenute tre inimmaginabili cambiamenti del comportamento italiano. Il primo è che tutte le cosiddette forze politiche italiane, da destra a sinistra (esclusi minimi gruppi ribelli che non sono entrati in Parlamento, i centri sociali ed escluso chi rappresenta ancora il piccolo e coraggioso Partito Radicale) sono contro l'immigrazione.

"Contro" è una parola ambigua che si manifesta in tanti modi dai più selvaggi (la Lega, Casa Pound, la Meloni che va in visita da Orban - selfie insieme - il primo ministro nazista d'Ungheria che ha chiuso il suo Paese dentro il filo spinato a rasoio), alla pretesa ragionevolezza dell'ex ministro dell'Interno Minniti che vanta l'apertura di nuove prigioni libiche e l'arruolamento di bande di predoni del deserto pronti a rastrellare e gettare per sempre in lager irraggiungibili anche intere famiglie in fuga dalla Siria.

Il secondo cambiamento avviene con le elezioni e con il dopo elezioni italiane: il Pd paga duramente la sua mancanza di crudeltà esplicita verso i migranti. Certo, sono state imputate al Pd, partito di governo, altre colpe, alcune non da poco. Ma la rapidità e la disinvoltura di Minniti nel vantare le nuove prigioni in Libia non sono bastate. Non c'è stata da Minniti una vera promessa di fermare "i parassiti" (citazione da Salvini) in mare, dove alcune Ong operano ancora come "taxi" del mare (cito Di Maio) per dare aiuto per chi si ostina a venire in Italia.

Il terzo cambiamento è negli elettori, una massa di milioni di italiani. È vero che molti erano stati cacciati a male parole dal Pd di Matteo Renzi, dove tutti erano sempre di pessimo umore. Ma molti altri, fingendo di votare per chi taglierà le tasse, distribuirà danaro su regolare base mensile, provvederà al lavoro per i più giovani e per i più anziani e smetterà di ossessionare i cittadini con la politica (decide il capo politico e basta), hanno riversato la loro approvazione su due partiti (diventati due colossi) che, fra tante promesse impossibili, una certo la manterranno: il divieto di sbarco e il blocco in mare per gli emigranti. Adesso sappiamo quel che voleva la maggioranza degli italiani.

Furio Colombo

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