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giovedì 9 febbraio 2017

Ventimiglia, dove i respingimenti dei migranti violano i diritti umani

Lettera 43 
A Ventimiglia «controlli alla frontiera del diritto». Il titolo del rapporto pubblicato da Amnesty International France non poteva essere più esplicito: secondo l'organizzazione umanitaria decine di migliaia di respingimenti dalla Francia di richiedenti asilo sono avvenuti e continuano ad avvenire in maniera «illegale e contraria agli accordi internazionali, in violazione dei diritti umani».


Niente possibilità di ricorso. Ai rifugiati, secondo il documento, non verrebbe messo a disposizione un interprete e il foglio di espulsione consegnato dalla polizia francese conterrebbe soltanto l'ordine di allontanamento e sarebbe privo delle due pagine (obbligatorie per la legge francese) nelle quali la persona viene informata dei propri diritti, in particolare quello di presentare ricorso contro l'espulsione. Anche i minorenni, secondo Amnesty, vengono maltrattati: il rapporto indica casi di ragazzini non accompagnati, fermati dalla polizia e caricati da soli sui treni per l'Italia.

Il rapporto è frutto di due fonti: l'analisi dei dati del 2016, forniti dalla prefettura delle Alpi marittime francesi, e che parlano di 35 mila persone controllate, e la missione di un gruppo di osservatori di Amnesty che, tra il 19 e il 26 gennaio 2017, sono andati alla frontiera di Ventimiglia, dal lato francese. Sul suo sito, Amnesty spiega che i suoi uomini hanno stilato un «resoconto preciso delle violazioni che la Francia commette verso i rifugiati che attraversano la frontiera franco-italiana».

Respingimenti senza formalità. Secondo il documento «le autorità non applicano le garanzie né rispettano i diritti delle persone che controllano alla frontiera». E l'accusa si fa più pesante quando l'organizzazione osserva che «nella gran parte dei casi i respingimenti in Italia sono organizzati senza formalità, in condizioni che lasciano pensare che tutto potrebbe essere organizzato in modo tale che le persone non possano esercitare i propri diritti». Obiettivo di tutto ciò, secondo gli osservatori, sembra essere quello di rispedire i rifugiati in Italia: nel 2016 ne sono stati respinti quasi 30 mila.

Il rapporto cita una serie di testimonianze raccolte direttamente sul campo dagli osservatori e spiega che «nemmeno i minori non accompagnati sono oggetto dell'attenzione richiesta dalla legislazione francese per la protezione dell'infanzia». Quindi riporta il racconto di una giovane eritrea, Bilal: «Se vieni fermato dalla polizia a Mentone o un po' prima, se sei un minorenne la polizia ti rimette direttamente sul treno» che conduce in Italia, dove il ragazzino si ritroverà da solo.

Cammino a piedi per 10 chilometri. Invece «se sei maggiorenne o ti considerano tale, ti portano alla stazione di Mentone, ti circondano di poliziotti e ti consegnano alla polizia italiana che si trova proprio di fronte». E da lì «comincia un cammino a piedi di 10 chilometri», con gli agenti francesi «silenziosi, che non ti informano nemmeno dei tuoi diritti».

Amnesty parla di «violazioni dei diritti umani», perché ai richiedenti asilo non viene nemmeno permesso di compilare la domanda alla quale avrebbero diritto, mentre le attese dell'espulsione avvengono in condizioni di gravissime carenze igieniche, senza accessi a luoghi per dormire né servizi. E di questa situazione «Francia e Italia sono corresponsabili». Il rapporto sostiene che la durezza dei controlli francesi ha spinto negli ultimi mesi i rifugiati, in gran parte africani, a cercare nuovi punti di passaggio della frontiera, con un «conseguente aumento dei rischi».

Chiesta l'apertura di un'indagine. La prefettura delle Alpi marittime riferisce di aver controllato nel 2016 circa 35 mila persone, il 40% in più rispetto all'anno precedente. E aggiunge che nove persone su 10 controllate sono state respinte in Italia. E dato l'esito della missione degli osservatori, Amnesty considera come sia lecito pensare che la gran parte delle espulsioni sia avvenuta nella violazione di garanzie e diritti dell'uomo previsti dalle leggi francesi e dagli accordi internazionali. Contro queste prassi, Amnesty chiede la mobilitazione dei cittadini e l'apertura di inchieste da parte della magistratura.

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