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sabato 8 ottobre 2016

USA - Alabama - Pena di morte - Tommy Arthur 74 anni, 33 anni nel braccio della morte al settimo appuntamento con il boia

Corriere della Sera
2001, 2007, ancora 2007, 2008, 2012 e 2015. Sono gli anni in cui Tommy Arthur è arrivato a un passo dalla morte, in alcuni casi letteralmente a un passo, con la sospensione dell'esecuzione arrivata in extremis.

Tommy Arthur
Il 3 novembre, superato il 74esimo anno di età, Arthur avrà il settimo appuntamento col boia, che nello stato Usa degli Alabama è rappresentato da una nuova combinazione di farmaci dopo che quelli del protocollo tradizionale dell'iniezione letale sono andati esauriti e nessun'azienda europea è più disposta a fornirli. Arthur è stato condannato a morte nel 1983 con l'accusa di aver ucciso un uomo, l'anno prima, su commissione della moglie della vittima.
Arthur ha sempre riconosciuto di aver ucciso un'altra persona, nel 1977, reato per il quale era stato già condannato (nel 1983 era stato rilasciato in prova) ma ha costantemente negato di aver compiuto il secondo omicidio, confessato da un'altra persona. 

Per 33 anni, i suoi legali hanno cercato di convincere praticamente tutti i tribunali dell'Alabama e quelli federali d'appello che Arthur è innocente dell'omicidio per il quale è stato condannato a morte.

Una delle ultime carte da giocare è quella di contestare il metodo d'esecuzione in quanto la nuova miscela di farmaci (sperimentata una sola volta in Alabama, nell'esecuzione di Christopher Brooks) potrebbe dar luogo a una morte crudele, come già successo in passato in altri stati degli Usa. Recentemente, la Corte suprema federale ha esaminato una serie di ricorsi contro i nuovi protocolli dell'iniezione letale stabilendo che spetta al condannato a morte indicare un metodo alternativo che sia "praticabile e attuabile in tempi rapidi" e riduca significativamente il rischio di infliggere grave dolore fisico alla persona che sta per essere messa a morte.
Gli avvocati di Arthur hanno allora proposto il plotone d'esecuzione: si tratta evidentemente di una strategia legale, giacché l'obiettivo è che il loro cliente non venga messo a morte in alcun modo. Insomma, manca meno di un mese al settimo appuntamento di Arthur con la morte, ma c'è ancora tempo per giocare le ultime carte, compreso un nuovo appello alla Corte suprema federale.

di Riccardo Noury

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