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mercoledì 27 aprile 2016

Arabia Saudita - Condannato a morte salvato dal perdono della famiglia della vittima

Blog Diritti Umani - Human Rights
Quando la vita di un condannato rimane nelle mani della famiglia della vittima

Riyadh - Dopo vari mesi di discussioni in seno alla sua famiglia, Ibrahim ha deciso di perdonare l'assassino di suo fratello, che era stato condannato da un tribunale in Arabia Saudita a morire decapitato con la spada.

"L'ho fatto per piacere a Dio, perdonare senza chiedere denaro in cambio" ha detto Ibrahim.

Questo avviene in Arabia Saudita, dove sono stati eseguite 153 persone nel 2015.
Ma la pena di morte, può essere sconfitta solo dal perdono della famiglia della vittima o
il pagamento di ingenti somme per salvarsi la vita.

La madre di Ibrahim ha passato mesi cercando di convincere il figlio dicendogli  che chi perdona il colpevole fa un segno di misericordia.

"La brutalità del crimine ha alimentato il mio desiderio di vendetta, così mi sono rifiutato di accettare la richiesta di mia madre, così come le mediazioni di alcune persone che hanno perdonato l'assassino ", dice Ibrahim.

Tuttavia, spiega che l'insistenza e le richieste dei parenti del condannato lo hanno fatto optare per il perdono.
"Sono andato davanti al giudice a rinunciare al diritto di sangue", dice Ibrahim, riferendosi alla prerogativa che gli offre la Sharia

La legge islamica prescrive che i parenti della vittima posso perdonare l'assassino attraverso una somma di denaro che si chiama "Deya". Ibrahim non ha chiesto del denaro e ha concesso il perdono ma ha ottenuto dal Giudice di allontanante il condannato dalla città affinchè nessun suo famigliare lo possa incontrare per strada.

Tuttavia, il caso di Ibrahim è eccezionale, quasi tutte le famiglie concedono il perdono solo dietro pagamento di un alta somma di denaro che può superare qualche milione di dollari. Somma al di sopra delle capacità economiche di quasi tutte le famiglie saudite.

Ezio Savasta

Fonte: EFE

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