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giovedì 7 aprile 2016

A 7 mesi dalla morte d Aylan Kurdi annegati altri 357 bambini nel Mediterraneo e la EU espelle in Turchia i migranti arrivati in Grecia

Blog Diritti Umani - Human Rights
Sono passati 220 giorni da quando è stato ritrovato il piccolo corpo Aylan Kurdi. La fotografia del corpo del piccolo siriano sdraiato su una spiaggia turca sconvolse l'opinione pubblica mondiale e i leader politici che promisero di agire. Poco dopo si concordò un piano di distribuzione di rifugiati nei paesi europei che ancora aspetta di essere applicato.  
Un ufficiale di polizia raccoglie il corpo senza vita di Aylan Kurdi / AP PhotoDHA
In questi 220 giorni altri 357 bambini sono annegati, secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).
E' una media di quasi due bambini morti al giorno sulle sponde del Mediterraneo.
Nessuna di queste nuove morti ha causato la stessa attenzione dei media ed ha provocato shock per le autorità europee, che quel 2 Settembre 2015 avevano detto che avrebbero fatto tutto il possibile per cambiare questa situazione.

Il frutto è tristemente l'accordo tra l'Unione europea e la Turchia con la quale tutti i migranti e rifugiati che arrivano sulla costa greca saranno deportati nel paese euroasiatico. In cambio, l'UE dovrà reinsediare un siriano per ogni siriano espulso arrivando al massimo di 72.000 persone.

Le deportazioni sono iniziate lunedì. Una delle conseguenze dirette del patto è la trasformazione dei centri aperti per rifugiati in campi di detenzione, dove vengono rinchiusi tutti coloro che arrivano nelle isole in modo irregolare, compresi i bambini, per essere identificarli e essere espulsi.

Save the Children stima la reclusione di oltre 1.000 bambini ", molti dei quali nel campo di Moria (Lesbo).

"La situazione all'interno Moria si sta deteriorando ogni giorno. Abbiamo parlato con le famiglie ed i bambini che dormono all'aperto sul terreno gelato sulle coperte perché non hanno nessun altro posto dove pernottare perché le strutture sono sovraffollate. Il centro è stato progettato inizialmente per ospitare qualche centinaio di persone in transito per un giorno, ora ospita 3.300 persone e molti sono intrappolati per più di una settimana", dice Simona Mortolini, leader del team di Save the Children in Grecia.
L'organizzazione ha sospeso il suo lavoro presso il centro come per protestare contro l'accordo EU-Turchia che ritengono sia contrario alla tutela dei diritti umani.

Nel 2015, circa 300.000 bambini hanno rischiato la loro vita per entrare in Europa attraverso il Mediterraneo. In altre parole: uno su tre migranti o rifugiati che ha intrapreso quel viaggio era minorenne. I fatti dimostrano che la morte dei bambini alle porte d'Europa hanno inciso molto poco sulle politiche di accoglienza in Europa.

Ezio Savasta

Fonte: eldiaio.es

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