Pagine

mercoledì 30 marzo 2016

Migranti, solo l’1 per cento dei rifugiati siriani accolto dai Paesi ricchi

Il Fatto Quotidiano
Su cinque milioni di rifugiati siriani in fuga, solo l’1,39 per cento è stato accolto da Paesi ricchi. La maggior parte delle persone si trova in stati che confinano con la Siria come la Turchia, il Libano, la Giordania e l’Iraq. E’ quanto sostiene lo studio di Oxfam, reso pubblico alla vigilia di una riunione di Alto livello sulla condivisione di responsabilità globale per i rifugiati siriani, in programma aGinevra in presenza del Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e dell’Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi.


Nello studio Oxfam esorta i Paesi attesi alla conferenza ad impegnarsi ad accogliere globalmente almeno il 10 per cento dei rifugiati siriani entro la fine del 2016, tramite meccanismi di reinsediamento o altre forme di ammissione umanitaria. 

La percentuale corrisponde ai rifugiati identificati come vulnerabili dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ed è equivalente a 481.220 persone. Secondo l’organizzazione non governativa britannica, solo tre paesi - Canada, Germania, Norvegia – hanno fatto promesse di reinsediamento superiore alla loro ‘quota equa’ calcolata in base alle dimensioni della loro economia, e cinque altri Paesi (Australia, Finlandia, Islanda, Svezia, Nuova Zelanda) hanno assunto impegni superiori.

Gli altri 20 paesi inclusi nell’analisi sono esortati a fare di più. Ad esempio – afferma Oxfam – la Francia si è impegnata per una quota pari al 4% della sua quota equa. Per l’Italia la percentuale è del 7%. Per Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International, mentre il conflitto siriano entra nel suo sesto anno, più di 4,8 milioni di siriani sono rifugiati in Turchia, Libano, Giordania e nella regione, ma questi Paesi “non possono più assumersi questa responsabilità praticamente da soli. L’incontro di Ginevra dovrebbe portare a soluzioni urgenti, offrendo alle persone percorsi sicuri e legali per essere accolte in paesi terzi”.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.