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martedì 3 novembre 2015

Turchia silenziate le voci critiche. 44 arresti nel mirino anche la stampa

Euro NewsIl suono della manette è tornato a farsi sentire in Turchia per le voci critiche nei confronti di Erdogan. Arrestati nella provincia di Smirne 44 oppositori tra alti burocrati e funzionari di polizia in un’operazione contro i sostenitori del religioso musulmano Fethullah Gulen, nemico del presidente.

Nel mirino anche la stampa. Con l’accusa di “istigazione a delinquere” un tribunale di Istanbul ha ordinato il sequestro della rivista Nokta e l’arresto del direttore e del caporedattore centrale. 

A non essere stata gradita è la copertina con una foto di Erdogan e il titolo “Lunedì 2 novembre: l’inizio della guerra civile turca”, il riferimento è al voto politico con cui ha riconquistato la maggioranza assoluta in Parlamento. Licenziati 57 giornalisti del gruppo editoriale anti-Erdogan Ipek, già commissariato da un tribunale.

Il bavaglio ai media è stato denunciato dall’Osce: “I media sono gravemente sotto pressione”, dice il capo degli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Ignazio Sanchez Amor. “Le indagini penali a carico di giornalisti per sostegno al terrorismo e diffamazione del presidente hanno avuto un effetto spaventoso sui media”.

Anche le bombe sono tornate a farsi sentire nel sud-est del Paese, dopo il voto di domenica. L’aviazione turca ha compiuto nuovi raid contro covi e depositi di armi della guerriglia curda del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), nella provincia di Hakkari, e in sei zone nel nord dell’Iraq.

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