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lunedì 16 novembre 2015

Roma - I'Imam della Magliana Sami Salem: l'Islam non predica violenza e morte, chi uccide è un criminale e basta

Il Messaggero
Il leader della Moschea della Magliana Sami Salem: la religione viene strumentalizzata, l'Islam non predica violenza e morte, chi uccide è un criminale e basta. E' arrivato il momento di unire le forze per affrontare questo mostro"

Parigi - Leader religiosi di diverse religioni
 in preghiera davanti al Bataclan
"Una piena condanna. senza sé e senza ma". Di fronte allo sfregio che ancora una volta ha colpito la Francia dopo la carneficina di venerdì sera, Sami Salem, imam della moschea della Magliana, il popolare quartiere alla periferia Sud Ovest di Roma, non usa mezzi termini. "Questo non è Islam, ma terrorismo. E' arrivato il momento di unire le forze per affrontare questo mostro". Salem Mohamed Ali Salem, questo il suo nome intero, è riuscito a costruire dopo quasi dodici anni passati al quartiere Marconi in una piccolissima moschea organizzata alla buona a via Peano, quello che è diventato il secondo "Minbar" della Capitale, il pulpito in legno delle moschee. "Al Fath", frequentata in prevalenza da evizioni, supera ormai per affluenza quella che negli anni era considerata la seconda moschea della città, la "Al Houda" di Centocelle.

Secondo lei, come si arriva a provare quest'odio in grado di far compiere così gravi e terribili?
"E' fondamentale spiegare prima di tutto che nell'islam non ci sono appelli alla violenza, né è contemplata la possibilità di uccidere il prossimo. Musulmani e Cristiani hanno delle radici in comune. Si tratta di atti in cui la religione non c'entra niente, viene strumentalizzata da persone che danno interpretazioni fanatiche e sbagliate delle sacre scritture in generale. Non riesco a comprendere come possano fare, e quali strumenti utilizzino per trasformare persone, troppo spesso giovani, in mostri telecomandati.

In Italia vivono quasi un milione e mezzo di musulmani , a Roma più di 140 mila. Qual'è il suo messaggio?
"I Musulmani d'Italia, di Roma, come tutti i musulmani nel mondo, devono incarnare l'autentico messaggio dell'Islam. Dare il buon esempio. Devono essere onesti, corretti nei loro rapporti con tutte le persone senza distinzioni di fede o nazionalità. Chi commette atti criminali come quelli di Parigi o ha atteggiamenti estremisti è un criminale e basta".

Che ruolo svolge o dovrebbe svolgere la moschea?
"La moschea ha un ruolo fondamentale. Il suo compito è quello di far conciliare educazione e formazione dei musulmani che vivono qui. Una cosa è certa: è possibile essere pienamente integrati nella società italiana senza abbandonare la propria identità religiosa. La nostra responsabilità è quella di spiegare le cose, di lavorare per un continuo confronto e dialogo. E combattere le idee malate con quelle sane".

Il Giubileo è alle porte, manca poco all'apertura della Porta Santa, l'8 dicembre. Quello che è accaduto in Francia ha accresciuto il livello della minaccia, cosa pensa?

"Io vivo a Roma, la mia famiglia vive a Roma, credo che questa città e l'Italia in generale sia lontana dalla possibilità di questi attacchi. La politica in questo paese è lontana da simili fatti. E' ovvio che gli organi di sicurezza debbano fare il loro dovere, in occasioni così importanti gli sforzi vanno raddoppiati. Anche la nostra attività è importante per spiegare ai nostri fedeli come possono essere utili alla comunità. Collaborare insieme alle istituzioni per essere un'unica mano è un compito di qualsiasi cittadino indipendentemente dalla fede religiosa. Rinviare il Giubileo, come qualcuno ha detto, non ha senso. Bisogna continuare a vivere lavorando tutti insieme per costruire pace, serenità e fiducia reciproca.

Elena Panarella

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