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domenica 1 novembre 2015

“Life”, il nuovo libro di Mario Marazziti contro la pena di morte, in libreria il 3/11

OnuItalia
Roma – Un libro che attraversa la storia, le religioni, le diverse culture. “Life” di Mario Marazziti, in libreria il 3 novembre con Francesco Mondadori, fa il punto sul movimento mondiale che ha portato il pianeta, in maggioranza, a rinunciare alla pena capitale. 

“E’ un libro a cui tengo molto. E’ un pezzo di vita e un’idea della vita”, ha detto l’autore, parlamentare, presidente della Commissione per i Diritti Umani della Camera dei deputati e portavoce della Comunità di Sant’Egidio, con proprio all’interno della cosiddetta ONU di Trastevere, ha avuto un ruolo personale in questo cambiamento epocale.

Sottotitolo, “Da Caino al Califfato, verso un mondo senza pena di morte”, “Life” e’ un libro sulla vita, “l’arte di vivere che si scopre assieme alle famiglie delle vittime, ai condannati, agli innocenti, mentre si fa un viaggio in luoghi sconosciuti”. Scritto in presa diretta, nelle sue 256 pagine porta dentro il braccio della morte in Texas, nel sistema giudiziario e nelle sue contraddizioni, nella vita di un condannato a morte innocente, il numero 100 in America. “Life” è anche un resoconto dettagliato del ruolo che l’Italia e l’Europa hanno avuto e ancora hanno in questa intelligente diplomazia umanitaria.

Il libro segue a ruota “13 Ways of Looking at the Death Penalty”, scritto da Marazziti qualche mesi fa in inglese e diretto specificamente al mercato americano. E’ in America, e per la precisione a San Quentin, che nasce l’impegno dell’autore per chiudere per sempre con la pena di morte: Marazziti aveva otto anni nel 1960 quando Caryl Chessman fu messo a morte con la camera a gas: “Ricordo l’infografica sui giornali: la capsula di veleno che cadeva da una fessura sul soffitto in una catinella di acqua, il veleno che si sprigionava, il condannato soffocato a morte”.

Il metodo di Marazziti, che nel 2007 ha contribuito all’approvazione all’ONU della prima moratoria sulla pena di morte, è quello della “ricetta Sant’Egidio”, lo stesso mix di ricerca di rapporti personali e di strumenti ancora non usati, che ha portato la Comunità di Trastevere, fondata da Andrea Riccardi, a mediare i conflitti in Mozambico e Costa d’Avorio, Centrafrica e Filippine. Che ha creato, fra l’altro, il progetto Dream, che cura e assiste i malati di Aids e le loro famiglie in Africa, e l’iniziativa Città per la Vita: dal Colosseo illuminato a 1.500 eventi ogni novembre in giro per il mondo.

di Alessandra Baldini

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