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mercoledì 16 settembre 2015

Mario Giro - La rivincita delle radici cristiane dell'Europa dei rifugiati

HuffingtonPost
È iniziata in Italia, con il #restiamoumani di Matteo Renzi e i moniti sull'Europa del presidente Mattarella. Ha influenzato la Germania con il "welcome refugees" dei tedeschi a Monaco, dopo la svolta storica di Angela Merkel. Ha preso piede un po' dovunque, dove tanta gente comune si è prodigata ad aiutare i profughi anche quando le proprie polizie respingevano, come in Macedonia, in Austria, in Grecia, in Ungheria...


Stiamo assistendo alla rivincita delle radici cristiane e umaniste dell'Europa, tanto denigrate all'epoca dei Trattati?

Allo Stato dell'Unione di pochi giorni fa, il presidente della Commissione Juncker è stato chiaro: "È l'ora del coraggio - ha detto - l'Europa non è chi appicca il fuoco ai campi di raccolta ma l'Europa sono quei ragazzi di Kos che portano panini...". Potremmo fare altri esempi di dichiarazioni di politici che stanno andando in questa direzione. Che siano di destra o di sinistra, sono quasi tutti di tendenza "popolare", cioè cristiana e umanista. Mentre non sorprende la contrarietà di certe destre becere, sul tema impressiona il silenzio o l'incertezza di molte sinistre, tra cui spiccano quelle francese e spagnola. Il tema dei rifugiati e delle migrazioni in generale fa loro ancora paura: troppo forte è forse l'abitudine di aver inseguito le destre più retrive su tale questione.

Davanti al rafforzarsi critico dell'ondata di rifugiati, cioè dal 2013, la cosa che impressiona di più, un po' ovunque in Europa, è stata la spontanea reazione di tanta gente che autonomamente e silenziosamente ha deciso di accogliere, salvare, aiutare senza ascoltare gli uccelli del malaugurio, i cattivi maestri della paura, gli strepiti dei partiti xenofobi.

C'è un'anima in Europa che non muore. Forse si addormenta ma non muore. Alla fine se ne stanno accorgendo anche i media.

Certo c'è voluto del tempo e tante morti, c'è stato bisogno di certe foto, come quella del piccolo Aylan. Chiunque levava una voce di ragionevolezza e di umanità veniva zittito dalle solite grida e dai soliti argomenti triti: "pensiamo prima a noi stessi". Ma lentamente e progressivamente l'anima europea ha ritrovato i suoi valori: non ci si salva mai da soli, chiudendosi in un'autoreferenzialità egocentrica. Non si vive solo per se stessi. Ha ritrovato anche il suo linguaggio, diverso da quello bellico usato da troppi anni per descrivere il fenomeno: invasione, aggressione, epidemie ecc.

C'è un senso umano che ti fa immedesimare: guardi quei volti - che vorrebbero farti credere totalmente estranei - e rivedi te stesso. Allora ti calmi, torni te stesso, resti umano, non cedi alla paura, non ti rifugi nell'impassibilità e reagisci.

In questi mesi le parole di Papa Francesco sono state come i sassolini di Pollicino con cui orientarsi nella foresta buia degli strepiti di astio, disprezzo, odio. E alla fine hanno fatto la differenza. Oggi l'aria sta cambiando, la cultura sta cambiando e forse anche il linguaggio. Dopo tante discussioni sull'anima e i valori dell'Europa, scopriamo che è molto semplice infondo: restare umani. Basta che ce lo ricordiamo perché duri.


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