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martedì 18 agosto 2015

Ruspe al lavoro, Israele vuole il muro di Cremisan inoltre divide in due la presenza dei cristiani in quella terra

MISNA
Sono partite le ruspe israeliane per la costruzione di un muro nella valle di Cremisan, nonostante le proteste della popolazione palestinese e una sentenza della corte suprema d’Israele che nell’aprile scorso aveva bloccato il progetto al termine di una lunga battaglia legale.


A spianare la strada ai cingolati è sopraggiunto, lo scorso 8 luglio, un ‘nulla osta’ della stessa Alta corte precedentemente espressasi in difesa dei palestinesi e per la salvaguardia dell’area, che accoglie, oltre ai terreni di 58 famiglie cristiane, anche un monastero e un convento salesiani, con annessa una scuola elementare.

Con la costruzione del muro, le due strutture salesiane resteranno in territorio palestinese, mentre i terreni delle famiglie cristiane finiranno nella parte israeliana.

Israele ha dichiarato che l’espansione della barriera di cemento armato è dovuta a motivi di sicurezza, ma per molti l’obiettivo di Tel Aviv è quello di collegare le colonie – illegali secondo il diritto internazionale – di Gilo e Har Gilo, separandole dalla cittadina palestinese di Beit Jala.

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