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giovedì 20 agosto 2015

Israele: annullata la detenzione di Mohamed Alan, era da 65 giorni in sciopero della fame

La Presse
Israele ha annullato temporaneamente la detenzione amministrativa del prigioniero palestinese Mohamed Alan, in sciopero della fame da 65 giorni. La Corte Suprema ha annunciato la sua decisione dopo che un esame praticato su Alan dimostrerebbe danni cerebrali. Lo riporta il servizio digitale Ynet. 

La Corte ha decretato che se fosse provato che il danno fosse irreversibile, il detenuto dovrà essere rilasciato. "La condizione di Alan è pericolosa e potrebbe subire un rapido deterioramento" ha detto il direttore della comunicazione dell'ospedale Barzilai nella città israeliana di Ashkelon, Hezy Levi.

Il procuratore generale Yochi Gansin, ha segnalato al tribunale che il rilascio dovrebbe essere subordinato alla dimostrazione che il danno cerebrale subito non possa permettere a Mohamed Alan di tornare alle attività per le quali è stato arrestato. 

Israele non ha formalmente accusato Alan di alcun reato, né ha informato il detenuto o i suoi avvocati delle prove contro di lui. La detenzione amministrativa consente la detenzione senza processo per sei mesi, rinnovabile a tempo indeterminato. Secondo gli avvocati del detenuto, le autorità israeliane gli avevano offerto un accordo per liberarlo il prossimo 3 novembre, quando sarebbe stato concluso il periodo di reclusione di 6 mesi.

Alan, avvocato di 31 anni della provincia di Nablus e sospettato di essere un membro della jihad islamica, ha iniziato lo sciopero della fame da più di due mesi per protestare contro la sua detenzione amministrativa che sarebbe dovuta durare fino a novembre. Il suo caso ha generato una controversia etica in Israele, dato che sarebbe il primo prigionieri in sciopero della fame dopo l'approvazione, a fine luglio, di una legge che legalizza l'alimentazione forzata dei prigionieri, una pratica che la comunità medica considera tortura. Nell'ultima settimana i medici hanno dato sali, vitamine e acqua ad Alan per via endovenosa, ma hanno rispettato il suo desiderio di non essere sottoposto ad alimentazione forzata.

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