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venerdì 17 luglio 2015

Il governo del Pakistan ammorbidisce la sua posizione verso le ONG dopo il messaggio inviato dai donatori internazionali

MISNA
Fin dal suo inizio, il governo di Nawaz Sharif ha legato strettamente i suoi investimenti nel settore sociale ai donatori bilaterali e multilaterali. Ora il suo piano di portare sotto un regime di controllo rigoroso la presenza e le attività delle organizzazioni internazionali non governative (Ingo), ha suscitato forti reazioni, mettendo a rischio molti progetti volti a beneficio delle comunità più vulnerabili.
All'inizio del mese scorso, il governo aveva ordinato improvvisamente la chiusura degli uffici di Save the Children, mettendo in allarme molte altre ong internazionali su probabili accuse di violazione dei protocolli d'intesa, in base ai quali sono stati autorizzati a operare nel paese. E' stato solo dopo un messaggio inequivocabile inviato dai donatori internazionali al governo di Islamabad che il governo di Islamabad ha ammorbidito la sua posizione verso le organizzazioni internazionali e di conseguenza a Save the Children è stato permesso di riprendere le sue attività. Allo stesso tempo, il governo ha trasferito la registrazione delle ong internazionali dal ministero degli Interni, che tendeva a considerarle una minaccia per la sicurezza interna al paese, alla divisione degli Affari economici.

Secondo i documenti ufficiali, i donatori multilaterali sono fortemente coinvolti nello sviluppo del settore sociale: la Banca Mondiale, per la riduzione della povertà e il miglioramento della sicurezza sociale; il Dipartimento per lo sviluppo internazionale del Regno Unito, per la stabilità e il programma di crescita del paese; il Fondo internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura (Ifad), per migliorare l'impiego e la qualità di vita nel Punjab; l’Agenzia di cooperazione internazionale del Giappone, coinvolta in progetti legati a servizi igienico-sanitari, istruzione e previsioni meteorologiche; l’Usaid, impegnata nella sanità, nell'istruzione e nello sviluppo delle infrastrutture; altri donatori multilaterali come il Multi-donor Trust Fund, l’Unione Europea, la Banca asiatica di sviluppo e la Banca islamica di sviluppo, coinvolti in una serie di progetti volti al benessere delle fasce vulnerabili della società.

[PL]

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