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giovedì 26 marzo 2015

Libano - Abdel Karim bimbo down rifugiato dalla Siria venduto dai genitori adesso nel campo profughi

Exite
Bimbo down venduto in Siria dalla madre scappa dai genitori e finisce in campo profughi: gara di solidarietà sul web

Guerra, degrado e miseria non bastano a giustificare nemmeno in minima parte il disumano trattamento subito da chi, come bambini ed anziani, rappresenta da sempre l’anello debole di ogni società in qualsiasi parte del mondo.

In singole storie, riprese dal web e spesso rilanciate da tv e giornali di vario livello, le punte massime di violenza e crudeltà toccate da esseri umani resi insensibili al peso della sofferenza altrui da conflitti e povertà nelle terre martoriate dalle armi.

Il caso di Ahmed Abdel Karim, rimbalzato prepotentemente in rete (ne riferisce in Italia Metro) e con particolare celerità sui social network a diffusione mondiale, descrive con estrema crudezza il quadro di una Siria ferita nel profondo dalla cieca follia della guerra e dal conseguente imbarbarimento dei rapporti umani in alcune aree del Paese colpito dalla spirale fratricida di questi ultimi anni.

Down dalla nascita, rifiutato dai genitori a causa della sua “diversità” rispetto agli altri bimbidel quartiere, il piccolo disabile è stato venduto dalla madre biologica per una manciata di soldi, ma neanche con la nuova famiglia ha potuto trovare pace, essendo ritenuto troppo “impegnativo” da gestire in quanto bisognoso di cure dispendiose oltre che di rispetto e amore.

Scappato dalla mamma adottiva o meglio dai clienti del mercato di vite umane, il bimbo che da non molto aveva compiuto 5 anni si è così ritrovato nell’inferno di un campo profughi libanese, in preda a frequenti attacchi di epilessia ed altre patologie difficili da fronteggiare specialmente in un contesto di per sé problematico come quello di una struttura di emergenza per rifugiati.

Una pagina web dedicata alla raccolta fondi a favore di Ahmed Abdel Karim e tante iniziative di solidarietà, grazie ad un gruppo volontari delle associazioni umanitarie attive nel settore dell’accoglienza di migranti in Libano, hanno riacceso un lumicino di speranza, anche se parlare di lieto fine per la vicenda del bambino down abbandonato in Siria sarebbe purtroppo fuori luogo.

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