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domenica 1 marzo 2015

Human Rights Watch. (HWR): Accuse ai curdi, discriminazioni verso arabi in zone riconquistate all'Isil

EuroNews
Una sorta di “rivalsa” per tutti gli anni di repressione vissuti nel loro territorio. Questo starebbero compiendo, indistintamente verso tutta la popolazione araba, i peshmerga. I combattenti curdi che hanno riconquistato dall’Isil vaste porzioni del nord iracheno.


A denunciarlo è un rapporto di Human Rights Watch.
Un ragazzo arabo aveva raccontato all’organizzazione ciò che aveva visto a dicembre: “al posto di blocco chiedevano ‘arabo o curdo. Questo è arabo, questo è curdo’. Se eri curdo, nessun problema, se eri arabo, c’erano grossi problemi”.

Settanta arabi sarebbero rimasti a lungo detenuti dalle forze di sicurezza curde senza che fosse formulata loro alcuna accusa.
La conferma che, in alcuni villaggi nelle province di Ninewa ed Erbil, agli arabi è stato impedito di tornare a casa, arriva dagli stessi curdi.

Due anziani abitanti del villaggio di Zuram, sempre a dicembre, raccontavano, durante le indagini compiute da Hrw come erano andate le cose.

“Non ci sono arabi qui. Sono scappati. Quindi stiamo nelle loro case” aveva affermato uno.

“I peshmerga mi hanno portato in una casa di arabi e mi hanno detto che potevo stare lì” ha confermato il secondo.

La ong ha sollevato da mesi dubbi verso il governo regionale curdo relativi a una discriminazione in atto.

Nella risposta avuta il 5 febbraio dal ministero dell’Interno curdo, si affermava che la difesa dei diritti umani è una “priorità”.

Si affermava che le autorità del governo regionale hanno svolto indagini sulle forze di sicurezza, anche in seguito alle segnalazioni di Human Rights Watch, che i responsabili saranno punti perché “nessuno è al di sopra della legge”.

“Le forze militari curde – ha spiegato Letta Taylor, ricercatrice di Hrw – recentemente hanno cominciato ad allentare queste restrizioni in alcune aree che controllano in nord Iraq, ma rimangono in vigore in molte altre”.

Nel mese di dicembre, però, alcuni funzionari curdi, in incontri con Human Rights Watch avevano difeso le restrizioni, sostenendo che molti arabi avevano assistito all’avanzata Isil e potrebbero aver collaborato con il gruppo armato, formato in gran parte da arabi sunniti.

Ma Letta Taylor sostiene che le misure restrittive applicate vanno a l di là di una ragionevole prudenza, volta a impedire che collaborazionisti dell’Isil tornino a insediarsi nelle zone liberate.

Di Alfredo Ranavolo

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