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giovedì 13 novembre 2014

Nel messaggio di Obama all'ONU: Rifiuto di pratiche assimilabili alla tortura nelle carceri fuori dai confini USA

La Stampa
Spariranno del tutto abusi come il water-boarding? "Ammettiamo di aver superato il limite in passato, ma non lo faremo più". Questo il messaggio inviato dagli Stati Uniti all'Onu in merito alla pratica della tortura sui prigionieri, in particolare detenuti in carceri situate al di fuori dei confini nazionali. Un vero cambio di registro quello voluto da Barack Obama, rispetto alla dottrina di George W. Bush.

"Gli Usa sono orgogliosi del loro primato come leader nel rispetto, nella promozione e nella difesa dei diritti umani e dello stato di diritto, tanto in patria che nel mondo", ha spiegato Mary McLeod consulente legale del Governo Usa dinanzi alla Commissione delle Nazioni Unite contro la tortura. "Tuttavia sull'onda degli attentati dell'11 settembre, purtroppo non abbiamo tenuto fede ai nostri valori - ha proseguito McLeod. Abbiamo superato il limite e ce ne prendiamo tutte le responsabilità".

McLeod è una dei 30 esperti della delegazione Usa arrivati a Ginevra per l'audizione dinanzi al comitato Onu, la prima dal 2006 e quindi sotto la presidenza Obama. I 10 membri del comitato hanno proceduto alla revisione dell'operato dei 156Paesi che hanno sottoscritto la "Convention Against Torture", e nel caso degli Stati Uniti hanno contestato una serie di violazioni.

Indicazioni sono giunte in particolare su "black sites" della Cia, detenzione in strutture militari come Guantánamo, violenze perpetrate dalle forze dell'ordine, abusi sui prigionieri e detenzione di immigrati clandestini. Violazioni su cui i membri della delegazione Usa hanno ammesso le responsabilità del caso, in particolare durante la cosiddetta guerra al terrorismo attuata dall'amministrazione Bush, e durante la quale si è fatto ricorso alle cosiddette "tecniche di interrogatorio potenziato", come il water-boarding.

"Riconosciamo che nessuna nazione è perfetta, la nostra compresa", ha detto un membro della delegazione Usa, spiegando tuttavia che da quando è subentrata l'amministrazione Obama "tali pratiche sono state bandite". Gli Usa si sono quindi impegnati a estendere la nuova dottrina sulle torture dovunque gli Usa abbiano effettivo controllo, anche al di fuori dei confini nazionali. La commissione Onu ha anche denunciato la brutalità della polizia Usa specie con le minoranze etniche ed è stato ricordato il caso di Michael Brown, i cui genitori erano presenti in questi giorni a Ginevra per alcuni eventi a margine dell'audizione.

di Francesco Semprini

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