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mercoledì 29 ottobre 2014

Migranti - Vi presento Ahmed. Vi può dire che vuol dire sbarcare a Lampedusa e ricostruirsi una vita

Resto al sud
Vi presento Ahmed, 40 anni, 1 moglie, 4 figli. Sbarcato a Lampedusa 11 anni fa.
Accolto dalla comunità di Sant’Egidio per le prime necessità e aiutato a trovare un lavoro.


Ha iniziato come scaricatore di cassette di pesce al mercato durante la notte.

Lì ha incontrato il proprietario di una pescheria, quella del mio quartiere, che ho ha assunto, messo in regola.

Ahmed ha lasciato la casa di accoglienza e si è affittato una casetta tutta per lui, si è sposato e ha avuto i figli.

Io lo conosco da quando mi sono trasferita qui una vita fa. Ahmed mi conservava il pesce buono, io gli insegnavo l’italiano.

Oggi Ahmed ha rilevato dall’ex proprietario che è andato in pensione la pescheria e vi lavora con la moglie.

Ecco amici miei, quando vi dovesse sorgere un piccolo dubbio sulla questione immigrazione, fatevi un giro qui dalle mie parti e chiedete ad Ahmed che vuol dire arrivare in Italia con i soli vestiti addosso e costruirsi un futuro con le briciole, accontentandosi dei lavori che gli italiani non vogliono fare.

Chiedete a lui cosa vuol dire lavorare 16 ore al giorno, in una lingua che non si capisce, fra gente diversa e non sempre amichevole.

Chiedete cosa insegna ai suoi figli, fatevi raccontare la speranza che cosa è in grado di fare.

E già che ci siete chiedete a lui quanto rispetto ha per le nostre tradizioni, noi che spesso ci infastidiamo per le loro.

Quando ci lamentiamo del nostro lavoro, di quello che abbiamo o quando non riusciamo a trovarlo, chiediamoci cosa siamo disposti a fare e proviamo a domandarci cosa sono disposti a fare loro.

Auguri al mio amico Ahmed, un Brindisi al suo coraggio e alla sua forza che mi ha insegnato tanto.

1 commento:

  1. Io ho un'infinito rispetto per il loro coraggio. Quando trovano, se non il grande aiuto che danno comunità come S.Egidio, almeno un pò di accoglienza senza paure, senza diffidenze, sono una ricchezza per la nostra società. Molti di quelli che non lo diventano è perchè sono stati respinti ai margini. Dei primi condividiamo i meriti, di questi ultimi condividiamo la colpa.

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