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mercoledì 17 settembre 2014

Burundi, rimane in carcere Pierre-Claver Mbonimpa difensore diritti umani ammalato

MISNA
L’Alta corte di Bujumbura ha nuovamente negato la libertà provvisoria al noto difensore dei diritti umani Pierre-Claver Mbonimpa, 65 anni, in gravi condizioni di salute per il diabete e l’ipertensione. Tuttavia nel corso della stessa udienza i giudici hanno chiesto al governo di costituire un’apposita commissione, che verrà nominata dal ministero della Sanità, per “valutare con precisione lo stato di salute dell’imputato”. 

Per i difensori di Mbonimpa la decisione del tribunale “è molto grave perché il nostro cliente sta molto male” e a tempo stesso “contraddittoria ed emblematica della parzialità della giustizia burundese”.

Mbonimpa, presidente dell’Associazione per la protezione dei diritti umani e delle persone detenute (Aprodh), soprannominato il ‘Mandela burundese’, è stato fermato lo scorso 15 maggio all’aeroporto di Bujumbura poco prima della sua partenza per una missione a Nairobi. Al presidente dell’Aprodh, noto per le sue prese di posizione critiche nei confronti del governo, è stato presentato un mandato di cattura spiccato dalla procura della capitale, ma senza alcun dettaglio sulle motivazioni alla base del provvedimento. Nei suoi confronti è stata poi formalizzata l’accusa di attentato alla sicurezza interna ed esterna dello Stato.

Nei mesi scorsi un rapporto stilato dalla locale missione Onu ha accusato il governo di consegnare armi agli Imbonerakure (il cui numero viene stimato in 20.000, ndr), i giovani sostenitori del Cndd-Fdd, il partito del presidente in carica Pierre Nkurunziza. Nel paese dei Grandi Laghi il clima socio-politico si sta facendo sempre più teso in vista delle presidenziali in agenda per il 2015.

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