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giovedì 7 agosto 2014

Karakosh città cristiana del Nord Iraq devastata dai ribelli dell'Isil. 50.000 abitanti in fuga

MISNA
“Saccheggiano, devastano, rubano nelle case, non risparmiano nemmeno le chiese”: monsignor Yousif Thoma, arcivescovo caldeo di Kirkuk e Sulaymaniyah, descrive alla MISNA il dramma di Karakosh, città cristiana del nord dell’Iraq occupata tra ieri e oggi dai ribelli sunniti dello Stato islamico.
Chiesa di Karakosh
“Tutti e 50.000 gli abitanti hanno dovuto abbandonare la città – denuncia monsignor Thoma – e stanno raggiungendo a piedi Erbil o Sulaymaniyah, i centri più vicini dove sperano di trovare aiuto”. L’arcivescovo si trova a Kirkuk, cuore petrolifero del nord dell’Iraq, a circa 120 chilometri di distanza da Karakosh. È stato informato dell’avanzata dei ribelli dai confratelli domenicani e da decine di altri di sacerdoti e missionari, tutti costretti a lasciare la città.

“Molti di loro – dice monsignor Thoma – hanno raggiunto Erbil, il capoluogo del Kurdistan iracheno, ritenuto più sicuro”. In questa città sono arrivate anche 50 suore domenicane, già pronte a mettersi al lavoro per aiutare chi come loro è dovuto fuggire lasciando indietro una casa e una vita. “A Erbil e Sulaymaniyah ma anche qui a Kirkuk – dice l’arcivescovo – accogliamo i profughi nelle nostre case e nelle nostre chiese, distribuendo cibo, acqua e tutto quello che serve, senza smettere di pregare per la pace”.

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