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giovedì 24 aprile 2014

Bahrein: centro diritti umani, quasi 3000 detenuti politici Bchr, morto dopo due mesi coma manifestante colpito da polizia

AnsaMed
Roma, Sono almeno 2.853 i detenuti per ragioni politiche in Bahrein - il piccolo emirato del Golfo a maggioranza sciita ma governato da una minoranza sunnita - investito anch'esso dall'ondata delle rivolte arabe del 2011, represse anche con l'aiuto militare dell'Arabia Saudita. 

A fare il punto è il Bahrain Center for Human Rights (Bchr), che riferisce anche della morte, dopo due mesi di coma, di un manifestante ferito dalle forze dell'ordine nel corso di una protesta a febbraio. La vittima - AbdulAziz Moussa Al-Abbar, 27 anni - sarebbe stato colpito alla testa da un lacrimogeno, oltre che da fucilate a pallini da parte della polizia che sparava contro i manifestanti. Le proteste erano seguito al funerale di una giornalista nel villaggio di Saar.

La settimana scorsa, riferisce ancora il Bchr, vi sono stati una cinquantina di arresti, fra cui almeno sette minori, mentre cinque detenuti sono stati rilasciati. Il mese scorso, ricorda l'organizzazione per i diritti umani, è stato condannato a dieci anni di carcere il fotogiornalista Ahmed Humaidan, insignito di numerosi riconoscimenti internazionali. La sentenza sarebbe stata emesso al termine di un processo non equo, e dopo che l'imputato, durante la detenzione, era stato sottoposto a varie forme di tortura, si afferma. 

Il Bahrain Center for Human Rights è presieduto dal noto attivista Nabeel Rajab, che sta scontando tre anni di carcere, e da Maryam Al-Khawaja, figlia di Abdulhadi Al-Khawaja, condannato all'ergastolo e protagonista di un lungo sciopero della fame in occasione della Formula 1 del 2012.

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