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mercoledì 5 febbraio 2014

Spose bambine: saranno 142 milioni nel 2020. Cause, conseguenze e soluzioni di un fenomeno diffuso

International Busines Times
Il fenomeno dei matrimoni che coinvolgono minorenni è tristemente diffuso in tantissimi Paesi del mondo. La Dichiarazione universale dei diritti umani e la Convenzione sui diritti del fanciullo, così come molti altre dichiarazioni, proibiscono questa usanza, ma i buoni propositi si scontrano con l'effettiva impossibilità di applicare queste norme.
Ufficialmente in tutto il mondo l'età legale per sposarsi è di 18 anni, ma sono tantissimi i Paesi in cui basta il consenso dei genitori per sposarsi molto prima. Spesso questa pratica è sostenuta da motivi religiosi o culturali, come, per esempio, in Guatemala, dove è diffusa soprattutto tra le comunità indigene maya; oppure in Etiopia, dove è ormai incorporata nei costumi delle comunità cristiano-ortodosse.

Il matrimonio precoce è maggiormente diffuso tra le bambine e, dati alla mano, si stima che nei Paesi in via di sviluppo, una ragazza su tre si è sposata prima dei 18 anni e una su nove persino prima dei 15. Se la tendenza rimarrà questa, gli analisti prevedono che entro la fine di questo decennio saranno ben 142 milioni in tutto il mondo le ragazze che andranno in sposa prima di aver raggiunto l'età adulta.

Il matrimonio precoce è particolarmente diffuso nell'Asia meridionale e nell'Africa occidentale e centrale, ma, in termini di numeri assoluti, è l'India a vincere il triste primato dato che il 40 per cento di tutti i matrimoni tra minori avviene lì.

Generalmente, una sposa bambina proviene dalle zone rurali, è nata in una famiglia povera e non è particolarmente istruita, fattore che con il matrimonio precoce si andrà ad aggravare.

Ma perché questo fenomeno è così diffuso e quanto "vale" una sposa minorenne? In molte comunità, le donne sono considerate un peso e una bocca in più da sfamare. I genitori, che nella maggior parte dei casi sono poveri, decidono quindi di disfarsi della piccola il prima possibile, offrendola in moglie. In altri casi, la figlia diventa una merce di scambio per estinguere debiti o risolvere conti in sospeso con altre famiglie

Oppure, nei luoghi più esposti a calamità naturali o dove è in corso una guerra, i genitori hanno maggiore interesse a far sposare la loro piccola nel tentativo di proteggerla da stupri, violenze e malnutrizione. Il valore della bambina cresce con il diminuire della sua età, nella convinzione che più è giovane, più tempo dedicherà ai suoi figli. Inoltre, in molte culture la verginità assume un valore particolare perché è legato all'onore di una famiglia. In base a questa ottica, molti genitori tendono a maritare le figlie in tenera età per garantire la loro verginità e per prevenire la nascita di bambini fuori dal matrimonio.

Oltre alle cause di questa triste pratica, bisogna però valutare anche e soprattutto le conseguenze. Cosa accade una volta che la bambina si sposa? Oltre a lavorare spesso come domestiche nella famiglia del marito e a vivere in perenne isolamento, le giovani ragazze vanno incontro a una serie di danni emotivi e fisici che aumentano con il diminuire dell'età. L'istruzione è spesso nulla, così come le prospettive economiche. 

Gli abusi, invece, sono tantissimi, soprattutto se lo sposo è molto più grande di lei. Il rischio di complicazioni durante il parto è altissimo perché il loro fisico di bambine non è pronto a sopportare una gravidanza. Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, nei Paesi con un reddito medio-basso, le complicazioni durante la gestazione sono la principale causa di morte tra le ragazze che hanno un'età compresa tra i 15 e i 19 anni, senza contare che hanno il doppio delle probabilità di morire durante il parto rispetto a una donna che partorisce dopo i 20 anni. E poi ci sono i rischi che corre il bambino, che, oltre ad avere maggiori probabilità di morire durante il parto, nasce sottopeso, con un sistema immunitario debole e maggiormente esposto alla malnutrizione.

Insomma, è indubbio che le spose bambine siano estremamente più vulnerabili rispetto a chi si sposa in età adulta, senza contare che, anche nei Paesi in cui esiste il divorzio, le ragazze preferiscono non chiederlo perché non hanno mezzi per mantenersi.

Numerosi studi hanno collegato l'investimento nell'istruzione e nello sviluppo delle ragazze a maggiori benefici economici per il Paese. Innanzitutto avere una formazione scolastica diminuisce la probabilità che le bambine vadano in sposa troppo presto e, dunque, diminuisce anche la mortalità materna. Questo si ripercuote sulla forza lavoro femminile che, aumentando, va ad aumentare anche il Pil del Paese.

Mettere fine a questa triste pratica è però possibile. In primo luogo, bisogna fare in modo che queste ragazze abbiano accesso all'istruzione, aumentando così le loro prospettive di reddito, e per far questo ci vuole il grande lavoro delle agenzie internazionali che dovrebbero lavorare con i governi locali per rendere obbligatoria la scuola primaria e secondaria, integrando i piani scolastici con argomenti sessuali e sanitari. In secondo luogo, bisogna cambiare l'atteggiamento che questi Paesi hanno nei confronti del ruolo delle bambine nella società. 

Bisognerebbe dunque avviare delle campagne informative tra i leader della comunità, i padri e tutti gli uomini in generale sulle aspettative di un matrimonio precoce, mettendone in evidenza le conseguenze negative. In terzo luogo, dato che dare la figlia in moglie equivale praticamente a una transazione finanziaria, bisognerebbe dare degli incentivi alle famiglie che ritardano il matrimonio della bambina. Quarto, è necessario che le agenzie internazionali forniscano assistenza alle ragazze che sono già sposate, istruendole sull'educazione sessuale o sulla pianificazione familiare. Tali agenzie dovrebbero anche collaborare con il personale medico locale per migliorare l'accesso e la qualità alle cure materne per le giovani a rischio complicazioni durante il parto. Quinto, bisogna rafforzare e far applicare le leggi che impongono un'età minima per il matrimonio. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, si potrebbero legare queste norme a quelle contro la violenza sessuale, oppure, molto più semplicemente, basterebbe rendere obbligatoria la registrazione delle nascite e dei matrimoni, in modo tale da avviare un monitoraggio costante. Sesto, proprio perché manca un monitoraggio, sarebbe necessario che governi e organizzazioni umanitarie collaborassero per raccogliere maggiori dati sui matrimoni precoci, mettendo in rilevanza lo stato di salute della ragazza, l'età, le gravidanze, l'istruzione e il reddito. 

Infine, fattore non da poco, dato che il matrimonio tra bambini si ripercuote sulla crescita economica e sullo sviluppo e la stabilità del Paese, il problema dovrebbe diventare una priorità per la politica estera mondiale. La questione, infatti, è spesso trattata in maniera superficiale dai Paesi sviluppati. Al contrario, sta proprio a loro alzare la pressione diplomatica per sradicare questa triste usanza, magari concedendo finanziamenti e assistenza a quei Paesi che stanno già portando avanti delle politiche per prevenire i matrimoni tra bambini.

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