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lunedì 13 gennaio 2014

Iraq: prigionieri torturati da soldati britannici, a Corte Aja dossier con migliaia di casi

Ansa
Una nuova ondata di pesanti accuse all'operato delle forze armate dell'Occidente sui fronti di guerra, con inquietanti descrizioni di umiliazioni e maltrattamenti. Questa volta il rischio di scoperchiare comportamenti illegali diffusi, con abusi e torture su detenuti in Iraq, pende sui soldati britannici, dopo che una organizzazione tedesca per la difesa dei diritti umani insieme ad uno studio legale inglese ha raccolto prove e testimonianze in un dettagliato dossier inviato ora alla Corte Penale Internazionale dell'Aja. 

Il rischio di un nuovo scandalo è concreto, con il coinvolgimento diretto di governo e vertici militari a Londra che potrebbero essere costretti a rispondere di crimini di guerra. Lo scopo del dossier è infatti quello di indurre la Corte penale internazionale ad aprire un'inchiesta per crimini di guerra sulla base dell'articolo 15 dello Statuto di Roma. Il governo britannico però respinge con forza le accuse, escludendo che i suoi soldati inviati in Iraq abbiano perpetrato le "sistematiche" torture descritte nel dossier.

E ricordando che indagini a riguardo sono già state condotte, afferma che per gli incresciosi casi emersi i provvedimenti adeguati sono già stati presi. È intervenuto il ministro degli Esteri in persona, William Hague, per sottolineare che "tali accuse sono comunque già oggetto di indagine e in alcuni casi già riscontrati e riconosciuti, per cui il governo ha già espresso rammarico, le appropriate scuse e i conseguenti risarcimenti sono già stati disposti". È tuttavia la prima volta che queste arrivano al Cpi e con la motivazione che esistono responsabilità individuali, nello specifico vertici militari e al ministero della Difesa.

Phil Shiner, dello studio legale Public Interest Lawyers (Pil), ha spiegato che il dossier contiene elementi secondo cui le responsabilità "sono ai più alti livelli" e che la Cpi non può esimersi dal fare un'indagine prima di decidere se procedere o meno. "Si tratta di responsabilità individuali in crimini di guerra", ha detto, sottolineando che è un "fatto storico. La Gran Bretagna non è mai stata oggetto di indagine da parte della Corte penale internazionale". Shiner e il suo studio legale rappresentano oltre 400 iracheni, con "migliaia di accuse di maltrattamenti fino a torture, che sono crimini di guerra, o trattamenti crudeli, inumani e degradanti" e che riguarderebbero detenuti civili. Nelle 250 pagine del dossier - che verrà presentato il prossimo martedì a Londra e i cui contenuti sono stati anticipati oggi sulla stampa - si descrivono persone "incappucciate", costrette a elettroshock, aggressioni sessuali, finte esecuzioni, minacce di stupro e di morte e "umiliazioni culturali e religiose", nel periodo che va dal 2003 al 2008.

di Anna Lisa Rapanà

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