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venerdì 22 novembre 2013

Cina: al bando le confessioni estorte con la tortura

La Stampa
"Utilizzare il freddo, la fame, esporre lungamente al sole, ustionare, estenuare e altri metodi illegali per ottenere le confessioni devono essere eliminati". Lo dice un documento pubblicato ieri dalla Corte Suprema cinese, che condanna l'utilizzo della tortura, ancora molto esteso in Cina. Le confessioni così ottenute, aggiunge, "devono essere e saranno considerate nulle dai tribunali". Il documento è stato accolto dalle organizzazioni per i diritti umani come "un passo nella giusta direzione", per quanto facciano notare che la tortura non era legale nemmeno prima, anche se largamente utilizzata.
"Molto importante in questo documento - spiega Nicholas Bequelin, di Human Rìghts Watch - è il linguaggio semplice e accurato, senza ambiguità, che dettaglia che cosa sia la tortura utilizzata finora, dichiarandola inaccettabile. È il linguaggio di una direttiva". Il documento arriva dopo diversi annunci per la riforma del sistema legale usciti dal Terzo Plenum del Partito Comunista, conclusosi 10 giorni fa, fra cui quello di abolire i Campi di Rieducazione tramite il lavoro, e di arginare l'utilizzo della pena di morte, diminuendo il numero di crimini punibili con essa.

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