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lunedì 14 ottobre 2013

Omofobia e xenofobia in Russia l'UE teme nuove violazioni dei diritti umani

Europae
Il Parlamento Europeo continua ad adoperarsi per approfondire e sviluppare ulteriormente le relazioni con la Russia sulla base del reciproco impegno condiviso a favore della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani. I violenti atti xenofobi e omofobi verificatesi sono stati discussi anche dalla Commissione Europea il 10 ottobre.


Al centro del dibattito anche le ONG che devono far fronte a una campagna di chiusura da parte delle autorità russe. A seguito dell’adozione di diversi atti normativi che comportano una restrizione delle libertà di espressione, di riunione e di associazione- nella fattispecie la legge sui cosiddetti “agenti stranieri” e le leggi federali e regionali“antipropaganda”- numerose organizzazioni hanno denunciato un aumento delle aggressioni di matrice omofoba e xenofoba. Ormai circolano in rete diverse centinaia di video caratterizzati da un’assurda violenza, in cui si vedono gruppi di ultranazionalisti che picchiano e torturano persone omosessuali, bisessuali e trans gender (LGBT), anche adolescenti, nonché immigrati e appartenenti a minoranze etniche.

Le ONG russe che monitorano le gravi violazioni sono ora minacciate di chiusura. Le ONG, così come gli attivisti civili e politici che difendono i diritti delle donne, dei giovani, delle minoranze etniche, degli immigrati e delle persone LGBT, subiscono intimidazioni e minacce da parte di vigilantes urbani ed esponenti della polizia. Esiste un’ampia casistica di processi iniqui in cui manifestazioni, come il Festival cinematografico dedicato alle tematiche LGBT “Fianco a Fianco”, sono state oggetto di sanzioni pecuniarie e costrette a chiudere. All’organizzazione di San Pietroburgo Coming Out è stata inflitta la sanzione pecuniaria massima prevista dalla legge sugli “agenti stranieri” e, anche se la sentenza è stata successivamente annullata da un’istanza superiore, la minaccia di ispezioni da parte della polizia rimane. Ad altre organizzazioni è impedito di operare se non dichiarano di essere “agenti stranieri”, assoggettandosi così a vincoli giuridici che ne compromettono il funzionamento.

Lo scorso giugno la Camera bassa della Russia, la Duma, ha approvato una serie di norme molto pesanti che renderanno più difficile la vita delle persone omosessuali: prevedono infatti multe consistenti per chiunque “diffonda informazioni” sull’omosessualità a persone che abbiano meno di 18 anni e organizzi manifestazioni a sostegno delle persone omosessuali. Di fatto, hanno osservato molte associazioni per i diritti umani, la legge vieta di parlare dell’omosessualità.

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