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domenica 12 maggio 2013

Congo - L'ONU accusa stupri di massa su donne e bambine

Corriere della Sera
“I militari sono entrati nelle case a gruppi di tre-sei e hanno violentato donne e bambine”. E’ successo nella Repubblica Democratica del Congo dove, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, almeno 97 donne e 33 bambine anche di sei anni hanno subito violenza da parte dei soldati dell’esercito regolare lo scorso novembre nell’area del Sud Kivu quando i militari fuggivano dai ribelli M23. Tra le unità coinvolte anche il Battaglione 391, addestrato dagli americani nel 2010 e considerato il fiore all’occhiello dell’esercito. Il rapporto parla di “stupri di massa, uccisioni, esecuzioni arbitrarie e di vasti saccheggi”. Nel documento si sottolinea come particolarmente feroce sia stata anche l’azione dei ribelli nel corso della presa della città di Goma, lo scorso 20 settembre, in cui sono stati violentati, seviziati e uccisi diversi abitanti.
Si legge nel rapporto: “Gli attacchi sono stati compiuti in maniera sistematica e con estrema violenza, la maggior parte delle vittime è stata stuprata da più di un soldato”. E ancora: “Durante l’assedio a Goma almeno 11 civili sono stati arbitrariamente giustiziati e 58 donne violentate”.
Nel rapporto che raccoglie la voce di almeno 350 testimoni oculari si spiega la tecnica a cui sono ricorsi gli aguzzini: i militari entrano nelle case in gruppi di tre-sei e, dopo aver minacciato gli abitanti e saccheggiato ogni loro bene, violentano a ripetizione donne e ragazze.
“Dopo aver compiuto il saccheggio uno o due soldati - ha spiegato uno dei portavoce delle Nazioni Unite Martin Nesirky - portavano via i beni mentre un altro faceva la guardia alla casa, i militari restanti stupravano donne e bambini. Se strillavano le vittime erano minacciate di morte; alcune venivano violentate con una pistola puntata contro. La maggior parte delle vittime ha subito violenza da più di un soldato. Tra loro 33 ragazzine tra i sei e i 17 anni”.
I fatti sono avvenuti lo scorso novembre quando l’esercito congolese è stato sconfitto dai ribelli M23 e cacciato da Goma. I comandanti hanno perso il controllo delle loro truppe che si sono raggruppate 50 chilometri a sud di Goma, in una cittadina polverosa abitata da migliaia di persone che si chiama Minova sulle rive del lago Kivu. Lì per giorni i militari hanno stuprato, ucciso e rubato dando sfogo alla rabbia per la sconfitta finché i comandanti non sono stati in grado di ristabilire ordine e disciplina. 

Secondo il rapporto 11 soldati sono stati arrestati e gli accusati di stupro sono solo due. I comandanti dei due battaglioni coinvolti sono stati sospesi. Un po’ poco dopo tutto quello che è successo. “I responsabili di questi crimini devono sapere che saranno perseguiti” ha detto l’Alto Commissario per i Diritti Umani Navi Pillay.

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