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martedì 9 aprile 2013

Teramo: detenuto prova a impiccarsi, salvato in extremis dai detenuti e dagli agenti. Situazione al collasso

ANSA

B.M., 63 anni, calabrese, arrivato venerdì dal penitenziario di Saluzzo ha tentato il suicidio ed è stato salvato grazie ad altri detenuti che hanno dato l'allarme facendo accorrere sul posto la polizia penitenziaria. L'uomo si sarebbe stretto un cordone al collo legandolo all'inferriata della scalinata, quindi fuori la sua cella. Il detenuto non corre pericolo di vita e viene tenuto sotto stretta sorveglianza all'ospedale di Teramo.

A comunicare la notizia è il segretario regionale Sinappe (Sindacato nazionale autonomo Polizia penitenziaria), Giampiero Cordoni. Il tragico episodio, che poteva avere conseguenze ben peggiori, è avvenuto nella tarda mattinata un detenuto ha cercato di impiccarsi ad una finestra. In suo soccorso sono arrivati, però, i secondini, che lo hanno bloccato e fatto desistere.

"Questo ennesimo tentativo, per fortuna fallito, fotografa le difficoltà di un carcere oramai alla corda - dice Cordoni. Da anni denunciamo il deterioramento dell'intera struttura. Oramai riteniamo stantio continuare a denunciare le difficoltà del sovraffollamento, della carenza di Personale, delle diverse tipologie di detenuti e del continuo arrivo di detenuti con gravi problemi sanitari che il Personale presente deve gestire ricorrendo solo allo spirito di abnegazione. Dall'altra parte, continuiamo al totale disinteresse di chi è oramai obbligata ad intervenire. Il Dipartimento è lontano anni luce da questa periferia, il Provveditorato nasconde la testa sotto la sabbia, Direttore e Commissario hanno perso il contatto con la realtà".

"Gli unici che garantiscono ancora la possibilità di impedire l'irreparabile - conclude il segretario Sinappe per l'Abruzzo, è il Personale di Polizia Penitenziaria".

Radicali accusano Regione per mancata nomina Garante dei detenuti

Il tentativo di suicidio sventato stamattina dalla polizia penitenziaria nel carcere teramano di Castrogno viene commentato duramente dai radicali abruzzesi che, tramite Alessio Di Carlo, hanno parlato di "un comportamento ormai inaccettabile da parte della Regione Abruzzo che da quasi due anni è inadempiente rispetto all'obbligo di nomina del garante dei detenuti".

"Il garante regionale - ha detto Di Carlo - assicurerebbe un monitoraggio continuo sullo stato degli istituti, la raccolta delle informazioni e delle istanze che provengono dalla comunità penitenziaria, oltre che pungolare le istituzioni ad adottare i provvedimenti opportuni". Secondo l'esponente radicale la Regione è ormai "politicamente complice delle tragedie che ormai, periodicamente, si consumano nelle galere d'Abruzzo".

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